Francesco Cirignotta, barbitonsore tricoesteta.

by Isabella

 

Francesco Cirignotta è il barbitonsore tricoesteta di Milano che ha messo su, di fronte alla Darsena, un piccolo tempio dove il tempo è sospeso. La prima volta che sono andata a trovarlo, sono entrata, mi ha offerto il caffè e mi ha chiesto di restare un po’. Ho assistito a 5 tagli di capelli, mi ha presentato tutti i tuoi clienti e a ognuno di loro ha presentato Onalim. Fra i suoi clienti manager affermati, manager in stage, manager di dopodomani. Alcuni spavaldi, altri timidi, alcuni chiacchieroni e altri taciturni. Con ognuno di loro Francesco aveva un linguaggio diverso, e ogni volta che entrava un cliente, dentro il tempio cambiava l’atmosfera. E cambiavano le rivelazioni. Sabato scorso sono tornata per intervistarlo e ho finito per intervistare tutti i presenti.

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Quando sono arrivata, M era il primo cliente, che ha assistito alla prima parte dell’intervista. Non solo ha ascoltato, ma a un certo punto è anche intervenuto. Allo stesso modo, hanno fatto anche i clienti che sono arrivati dopo di lui.

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Onalim: Si vede che ami il tuo lavoro e non nascondi l’ambizione. Dici di volere passare alla storia, e di volere diventare il barbiere più famoso di Milano! Come sta andando?

Francesco:  Partiamo dalla parte finale. Non è vero che voglio diventare il barbiere più noto di Milano. Vorrei essere ricordato come uno dei barbitonsori che ha rimesso in moto il criterio di un mestiere. Si è vero che sono ambizioso ma solo sulle mie gambe, non sulla schiena di un altro. Essere storia fra 30 anni significa avere il coraggio di cambiare qualche presupposto attuale e non continuare a riportarci dietro le iconografie presenti nella mente di tutte le persone.

 

Onalim: Tu cosa stai facendo di diverso?

Francesco:  Sicuramente riportando questo mestiere ad essere artigianale sull’individuo, e uno alla volta significa un cliente alla volta. Interrompendo il flusso industriale e riportando un flusso artigianale. E dato che le condizioni di fondo su cui mi baso sono la non ingordigia e la competenza, oltre un certo limite non posso e non devo andare.

 

Onalim: Ti definisci un barbitonsore tricoesteta. Cioè?

Francesco: Barbitonsore per mestiere e tricoesteta per professione.

 

Onalim: Questa definizione l’hai inventata tu?

Francesco: Sì perché trovo che sia banale che ancora oggi si definisca, la mia, una categoria di acconciatori. Storicamente esistevano le ciparene. Loro erano le acconciatrici, erano le schiave romane che servivano le proprie padrone nell’arte dell’acconciatura. E questo era un valore. Come i parruccari che facevano parrucche. E mi sembra un po’ indignitoso ancora oggi parlare di parrucchieri. Non accetto di essere solo un barbiere perché io non faccio solo le barbe. Storicamente il barbitonsore faceva barbe e tonsure, quindi potrebbe starci. L’idea del tricoesteta ci sta perché nell’etimologia greca, estetica significa sensazione e tricos significa capello, e quello a cui io ambisco è regalare attraverso i capelli delle buone sensazioni.

 

Onalim: Ti piace inventare delle parole?

Francesco:  Sì, perché da innamorato sofista ritengo che dentro le parole ci sia il vero significato e spesso molto più di quello che la parola esprime. La parola va osservata. Un esempio è la formazione del codice fiscale. Per me il codice fiscale è la fusione di due grandissime filosofie quella dei sofisti e quella dei pitagorici, cioè numeri e segni che si sostengono l’uno con l’altro.

 

Onalim: Hai inventato altre parole?

Francesco: Si. Ad esempio consumATTORE.

 

Onalim: Cosa significa consumATTORE?

Francesco: Frabris, professore di economia (morto l’anno scorso) iniziò a far comprendere come eravamo all’inizio dei consumatori che volevano incidere sui loro acquisti.

 

M: Io vengo qui da anni, ormai per me esiste solo Francesco. Non voglio prendere appuntamento e farmi lavare i capelli da uno che non conosco.

Francesco: E’ ciò che dovrebbe essere.

 

M: Qui sto benissimo. Dall’inizio alla fine.

Francesco: C’è una piccola considerazione da fare. Se io facessi un servizio che dura tanto, l’uomo inizierebbe a innervosirsi perché è nella sua natura. Io con la mia gestualità cerco di interrompere un flusso per innescarne un altro, per evitare che la mente possa andare alle problematiche. In questa mezz’ora deve esserci una sorta di sospensione.

Onalim: Questo è un luogo di lusso, l’arredamento è di design, la musica è sofisticata, i fiori sono sempre freschi, c’è una crostata sempre pronta per i clienti su un’alzatina di vetro… Ma è un lusso che non inibisce perché è un lusso sentimentale che niente ha a che vedere con lo status. E’ sempre stato così o ci sei arrivato piano piano?

Francesco: Crescere è un grande valore. Mi sono posto e mi pongo continuamente la domanda “Cos’è il lusso?” e per me il lusso è emozione, quindi è un sentimento.

 

Onalim: E’ una cosa molto personale.

Francesco: Sì.

 

Onalim: Si vede che ti piace far stare bene le persone. Ma come fanno gli altri a fare stare bene te?

Francesco: Assecondandomi nella sincerità con la quale ci si confronta. L’altra cosa che succede è che ognuno di loro mi permette di osservarli e di apprendere delle dinamiche che mi rendono più ricco.

 

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A questo punto arriva un altro cliente. F vuole accorciare i capelli come l’altra volta, ma un po’ di più dell’altra volta.

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Onalim: Quando finisci di tagliare i capelli spesso chiedi “Vuoi asciugarteli da solo o te li asciugo io?”

Francesco: Io penso che la più grande presunzione dell’essere umano sia quella di sapere cosa vuole l’altro.

 

Onalim: Quando sono venuta l’altra volta mentre stavi asciugando i capelli a una ragazza hai detto “Immagina che in questo momento gli atomi del tuo capello…” ed era una storia davvero rilassante e ipnotica. Me la puoi ripetere?

Francesco: Certo. Normalmente si pensa che la scienza sia una brutta cosa e invece è poesia. A me piace la semiotica, quindi nel concetto dell’asciugatura io cercavo con un po’ di poesia di far immaginare alla persona che cosa succede con l’aria calda del phon da un punto di vista naturale. Ossia quando le molecole di aria calda incrociano un capello che si asciuga, che si disidrata e asciugandosi separa l’acqua dal capello. Questa immagine può rendere un gesto noioso, un gesto poetico. Uno vorrebbe avere degli occhi per vedere queste cose.

 

Onalim: Tu hai detto che riconoscere il Bello o il Brutto è solo sperimentazione personale la cui matrice originale risiede nell’amor proprio, negli ideali, nel gusto, nel vissuto, nel sapere, nelle sensazioni, nei sentimenti e in quant’altro la Natura e la Vita hanno messo a nostra disposizione. Per te cos’è Bello e cos’è Brutto?

Francesco: Sono un sentimento, ognuno di noi lo esprime in modo diverso. Durante i corsi di formazione, cerco di insegnare alle persone che fanno il mio mestiere a non avere preconcetti. Se no, non potrebbero vedere il bello, ma vedrebbero soltanto il preconcetto. Quindi non so definire il bello e il brutto in assoluto, io so solo che è qualcosa che si manifesta dentro di te, perché è un sentimento. Anche in base al tuo stato d’animo.

 

Onalim: Si, ma per te? Fammi un esempio.

Francesco: Poter vedere il lago è una cosa bella. Osservare il lago riuscendo a vedere ogni istante attraverso una luce diversa o una forma diversa.

 

Onalim: E una cosa brutta?

Francesco: Non poterlo vedere. Anche non capire le cose è una cosa brutta. La sfumatura sul collo che ho fatto a F, che lui non può vedere, è molto bella.

 

F: Mi fido.

Francesco: La sua fiducia è una cosa molto bella.

 

Onalim: La fiducia è una cosa bellissima.

Francesco: Questo mestiere mi ha insegnato che non bisogna dare troppa importanza ai canoni.

 

Onalim: Bisogna educarsi a capire la bellezza.

Francesco: Sicuramente l’arte aiuta. La statua del Cristo Velato che c’è a Napoli è unica.

 

Onalim: L’ho visto poco tempo fa! Nella cappella Sansevero a Napoli c’era anche la statua della Pudicizia di Antonio Corradini, che a me piaceva anche di più, ma era messa di lato e non la guardava nessuno. Un po’ come quando vai a vedere la Gioconda che è circondata da altri capolavori che non vengono degnati di uno sguardo.

Francesco: A me non piace la Gioconda, Leonardo mi perdoni. Una cosa che mi piacerebbe scoprire è sapere chi ha fatto i tentativi fallimentari prima che Leonardo da Vinci si prendesse tutti i meriti. E’ possibile che tutti i meriti siano di Leonardo? Quei tentativi, secondo me, sono bellezza allo stato puro.

 

Onalim: Mio fratello dice “Pensa a quanti si sono schiantati con un aereo per amore della scienza, per aiutare l’umanità ad andare avanti?” Anche per lui quella è pura poesia.

Francesco: Quanti Icaro ci sono stati? Sarebbe bello render merito a chi si è impegnato prima di…

 

Onalim: Qui dentro entrano più uomini che donne, e siccome tu sei un osservatore, ti sarai fatto un’idea sull’uomo di oggi. In particolare a me interessa l’uomo che vive a Milano. Qual è il suo punto debole?

Francesco: Quello di pensare di non avere tempo. Il disagio di non sapere usare il tempo come si vorrebbe.

 

Onalim: Tu sei uno specialista del taglio. Oltre ai capelli cosa ti piacerebbe tagliare?

Francesco: Le piante. Mi piacerebbe tantissimo disegnare con le piante.

 

Onalim: Hai un giardino?

Francesco: No, sono anche ignorante in merito, ma mi piacerebbe sapere potare le piante.

 

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Intanto arriva un nuovo cliente, A. Francesco ci presenta.

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Francesco: A lui dovresti fare delle domande sull’energia. Lui è un grande.

Onalim: Non sarei in grado.

 

A: Puoi chiedermi dell’energia della città. Ogni città ha un’energia diversa.

Onalim: Giusto! Com’è l’energia di Milano?


A: Secondo te è al contrario, vero? Hai deciso di smontarla questa città, visto il nome del blog.  

Onalim: L’energia milanese potrebbe essere più positiva. Troppa gente dice che Milano non è bella e questo la rende più brutta. Questo rovina l’energia della città.

 

A: Per esempio Milano è stata una delle prime città al mondo ad avere l’energia elettrica.

Francesco: …e il primo ad avere un neon come pubblicità, fu un barbiere. Non a Milano, ma a New York.

 

(Rumore di forbici, misto a musica classica)

 

Onalim: Milano è una città ricca di posti di lusso, però quel lusso – status, non lusso – sentimentale. In un posto di lusso vero, ad esempio, non dovrebbe potere entrare Fabrizio Corona che parla al cellulare a voce alta. Quali sono i posti di lusso a Milano che ti piacciono?

Francesco: Un luogo di servizi deve permettere al cliente di servirsi e non di essere usato. Invece noto che non succede quasi mai. Quindi il parco è un luogo di lusso. La strada è un luogo di lusso. Tanti anni fa c’era un film di Paolo Villaggio che scendendo sotto casa prendeva delle pietre e le buttava chiedendo alle persone di rimpossessarsi della propria città. Erano tempi grigi, c’era il terrorismo, e questa immagine mi era rimasta molto impressa. Luoghi lussuosi non ne conosco. Conosco tanti luoghi prestigiosi ma non emozionanti, quindi non lussuosi.

 

A: Quando sono arrivato a Milano, un po’ di anni fa dal mio paesello, la cosa che più mi è sembrata un gran lusso era la possibilità di avere a portata di mano dei capolavori incredibili di pittura di architettura. Anche il museo del Castello Sforzesco era ed è ancora oggi gratis, e per me l’idea di andare a vedere la Pietà Rondanini, uscendo un sabato mattina a fare una passeggiata, è stato un grandissimo lusso.

Onalim: E’ un regalo!

 

A: Mi sono sentito il più ricco degli uomini. E di cose del genere a Milano ce ne sono tante.

Francesco: Io per un lungo periodo della mia vita, tutti i lunedì li ho passati nelle biblioteche di Milano perché volevo scoprire cosa era stato il mio mestiere. Per me è stato un grande lusso. In quel momento non c’erano i computer, si faceva tutto con le schede e potete immaginare il lusso di avere in mano dei testi del 1300. Io facevo fare a spese mie dei microfilm che poi regalavo alla biblioteca e io mi portavo a casa solo le fotocopie. E’ stato un periodo molto interessante, perché ogni pagina che leggevo entravo come in una favola che era la storia. Quella storia che permette di sapere chi sei.

 

A: Il lusso legato all’esperienza soggettiva, è come un appello alla libertà delle persone di seguire le proprie passioni. E’ bellissimo.

Francesco: Altra domanda?

 

Onalim: L’ultima non è neanche una domanda.

Francesco: Fino in fondo.

 

Onalim: Posso farti un’osservazione?

Francesco: Devi.

 

Onalim: Qui dentro è tutto di buon gusto, tutto molto preciso. Io aggiungerei qualcosa che stona qui dentro. Con qualcosa che stona, questo posto diventerebbe perfetto.

Francesco: Ti sei guardata intorno? Sono io l’elemento che stona!

 

Onalim: Va bene, te la passo come risposta. 

 A: Gliel’hai proprio servita, è stata una bella alzata!

 

Onalim: Grazie.

Francesco: Ma sono già finite le domande?

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Francesco Cirignotta Via D’Annunzio, 25, 20123 Milano – 02 83 57 406
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