Rab, bar al contrario. “E’ molto complesso spiegarlo ma è facilissimo comprenderlo.”

Un anno fa in corso San Gottardo ha aperto il Rab, il bar al contrario. L’ho scoperto lo scorso inverno con la mia amica Viviana, quella sera dentro c’erano le calde risate del cabaret, mentre fuori c’erano zero gradi. Sarà stato anche per questo ma mi sono sentita subito a casa.

Sull’insegna del Rab c’è scritto “Questo non è un bar” perché in effetti il Rab è tantissime cose.

Intanto è gestito dalla cooperativa sociale Baracca onlus, fondata nel 2015 che a sua volta è il risultato di un laboratorio andato avanti in chiave volontaria per 5 anni da un gruppo di volontari dell’associazione “Handicap ..su la testa!”. Ci lavorano undici persone che sono tutti socie.

Al Rab ci sono i giochi da tavola e ci sono i caffè sospesi. Si fa musica, si ospitano mostre, presentazioni di libri, stand up comedy, aperitivi in lingua, presentazioni di associazioni, laboratori per bambini. E una volta al mese c’è il cabaret. Se ne occupa Marco Silvestri, attore e autore, lui vede nel Rab la possibilità di riportare un “palco sociale” a Milano. Gli attori li sceglie lui (cabarettisti candidatevi!) e gli spettacoli sono tutti gratuiti.

Inoltre il Rab coabita con lo “sportello non sportello” WeMi, il portale dei servizi a domicilio del Comune di Milano, dove è possibile trovare badanti, baby sitter, cat sitter, operai e traslocatori convenzionati con il Comune.

Un paio di settimane fa ho deciso di festeggiare qui il mio compleanno e in quest’occasione ho conosciuto Valentina Lubelli, la presidentessa della cooperativa.

Le ho chiesto “Come mai avete scelto di chiamarlo Rab?”

“Abbiamo scelto questo nome a seguito di una lunga ricerca, cercavamo qualcosa di breve ed efficace che rappresentasse insieme al logo l’essenza del progetto: far entrare nella società lavorativa gente che ribalta il senso comune del relazionarsi spiccio, del guardare l’altro. E’ molto complesso spiegarlo ma è facilissimo comprenderlo vivendolo per un pò: è un modo di stare al mondo al contrario, ma solo secondo le dinamiche socialmente riconosciute come valide ed efficaci. Noi ridiamo tantissimo insieme di tutto.”

E poi, sicura di me, le ho chiesto “Conosci Babek, (Kebab al contrario) e Onalim (Milano al contrario)?”

“No.”

Vabbè, però adesso sì.

Isabella