Sergio Gerasi. In inverno le mie mani sapevano di mandarino.

by Isabella


Sergio Gerasi è l’autore della graphic novel “In inverno le mie mani sapevano di mandarino” ambientata a Milano.

Sabato scorso pensavo di partecipare alla normale presentazione di un libro e invece è stato uno spettacolo emozionante perché oltre ad essere un disegnatore e autore di fumetti Sergio Gerasi è anche un musicista. E così mentre i suoi amici musicisti “Formazione minima” cantavano canzoni di Gaber, Gianmaria Testa, Ruggeri e Dalla ha disegnato su una grande tela i personaggi della tua graphic novel: il protagonista smemorato che ha una cerniera sulla testa, la nonna malata di alzheimer, la fidanzata e l’uomo che lo condurrà sull’isola di Onalim, “Capitan Findus”.

Infine Sergio ha scritto la frase “La memoria è, sempre che non si odino i ricordi, il terreno in cui il futuro pone le sue radici?” per poi cancellarla con della vernice rossa.

Mi sono emozionata.

Ho comprato il libro.

E l’ho letto il giorno dopo.

 

“In inverno le mie mani sapevano di mandarino” è un’avventura intimista e per questo non gli ho chiesto di spiegarcela.


Onalim: Milano è la tua città e c’è molta Milano nel libro. Si vedono i navigli e il planetario che sono fra i miei posti preferiti a Milano. Anche i tuoi?

Sergio: Sì per motivi differenti. Il Planetario è dove questa storia inizia: era il mio posto preferito da bambino ed è il luogo dove circa un anno e mezzo fa, passeggiando, ho iniziato a pensare a “In Inverno le mie mani…”. I navigli invece sono il mio rifugio notturno ormai da molti anni, non nel senso che ci abito o ci dormo, nel senso che conosco tutti i  migliori cocktail bar. E loro conoscono me, naturalmente.

Onalim: Quali sono dei posti di Milano che ti emozionano?

Sergio: Oltre a quelli già citati, ti posso dire che sono nato a Milano sud, in una periferia che però gravita attorno a Porta Romana. Quello è il mio mondo. Mi emoziona però anche Piazzetta Santo Stefano, tornare a guardare il mio liceo (l’Einstein), le scorribande universitarie alla Bovisa, Brera (ma solo di sera con la nebbia) e le 20:15 di un giorno feriale qualsiasi in centro, quando tutti se ne vanno. Ah, naturalmente via Orti e i Giardini Guastalla, perché anche lì ci sono incastrati molti ricordi.


Onalim: E poi c’è l’isola di Onalim, Milano al contrario. Per me Onalim è Milano fuori dagli stereotipi. Sono le altre mille anime di Milano che non vengono molto raccontate. Cos’è per te Onalim? Perché quest’isola dove è possibile comprare un po’ di memoria è Milano al contrario?

Sergio: Non so se sia esattamente al contrario ma è sicuramente, almeno nelle mie intenzioni, una piccola parte di Milano vista un punto di vista differente, anche vagamente grottesco ma questo non credo cambi le cose. La mia intenzione era di raccontare i tanti angoli poco illuminati di una realtà così sfaccettata come Milano, descrivendoli come le diverse tappe di un viaggio avventuroso per mare: alle volte si racconta meglio una storia se apparentemente la sleghi dal suo usuale contesto.

 

Onalim:  Forse perché per te Milano è smemorata? 

Sergio: Questa è una delle caratteristiche principali di Milano, ne hanno scritto esplicitamente in molti, il primo che mi viene in mente è Aldo Nove con il suo libro “Milano non è Milano”. D’altro canto Milano è romantica e i romantici non stanno mai fermi, vanno avanti.

 


Onalim: A un certo punto il protagonista va in farmacia per comprare una medicina. Il farmacista ligio al dovere gli chiede la ricetta e lui risponde “Non ho la ricetta, ma ho i soldi.” E il farmacista corre a prenderla. APPLAUSO. E’ una scena che spiega benissimo Milano.

Sergio: Grazie mi fa piacere tu l’abbia colto. La prima parola è sempre corretta qui, educata e ligia, per l’appunto. Il problema viene dopo, con la risposta. Se è una questione di soldi poi, c’è debolezza, molta debolezza. La storia, sotto questo punto di vista purtroppo, continua a ripetersi.

 

Onalim: Nel fumetto dici che ti emozionano gli anziani. Sei mai stato alla casa di riposo per musicisti di Verdi? Credo che dovresti presentare lì “In inverno le mie mani sapevano di mandarino.”

Sergio: Ci passo una volta al mese, regolarmente, quando vado a consegnare le tavole di Dylan Dog: è proprio di fianco alla SergioBonelli Editore. Mi hai dato un’ottima idea.

 

Onalim: Hai mai notato che le papere dei navigli nuotano controcorrente?

Sergio: Sono papere anticonformiste!

Questo è un disegno che Sergio Gerasi ha fatto per Onalim blog.

  1. Nessun Commento su “Sergio Gerasi. In inverno le mie mani sapevano di mandarino.”