Giuseppe Rausa "Il centro di Milano era la città dei cinema, era il cuore della città."

by Isabella

Giuseppe Rausa insegna pianoforte presso il conservatorio “Nicolini” di Piacenza ed è un appassionato di cinema e di sale cinematografiche. Insieme a Marco Ferrari e Willy Salveghi (proiezionista) ha creato un dizionario storico e fotografico delle sale cinematografiche milanesi: di quelle esistenti e di quelle che non ci sono più. Ci siamo incontrati una domenica mattina a piazza Cordusio dove Giuseppe viene ogni settimana a cercare nel mercatino cartoline e materiale utile per ricostruire la storia dei cinema milanesi. www.giusepperausa.it

Onalim: Quando hai cominciato la tua ricerca?

Giuseppe: Ho cominciato nel 2007, quando girando per Milano, mi sono reso conto che tutte le sale cinematografiche che avevo frequentato da ragazzo non c’erano più. Già nel 70 io scappavo da casa, io abito a Monza, prendevo l’autobus e venivo a Milano per vedere un film. Da solo. Mia madre era disperata, perché io sparivo per quattro ore.

Onalim: Però scappavi per andare al cinema…

Giuseppe: Sì, ma magari andavo a vedere “Ultimo Tango a Parigi”, o “Arancia Meccanica”. E avevo 14 anni. Io ho vissuto nei cinema. E così quando ho scoperto che tutti i cinema che frequentavo, erano diventati altre cose, banche, negozi, appartamenti, allora ho avuto il desiderio di rivederli nella mia mente. Ho cominciato a fare a tappeto le foto di tutti le sale cinematografiche che non c’erano più. Mi sono divertito moltissimo. Man mano ho cominciato a creare delle schede, adesso sono 170, e le sto ancora facendo. Nelle schede racconto tutto quello che riesco a sapere del cinema: i cambi di gestione, di nome, e i film che hanno proiettato.

Onalim: Dove prendi tutte queste informazioni?

Giuseppe: Sono andato nella biblioteche e ho fotografato una campionatura del Corriere della Sera e di tutti i giornali più diffusi, dagli anni 20 fino alla fine del secolo. Così riesco a ricostruire la vita dei cinema. Cerco disperatamente foto d’epoca, come vedi, ovunque, nei mercatini, nei libri. A volte me le mandano. Altre le trovo nei film. Ho guardato tutti i film ambientati a Milano e a volte sono riuscito a trovare dei personaggi che camminano davanti a un cinema. C’è un film “San Babila ore 20: un delitto inutile” di Carlo Lizzani, interamente ambientato a San Babila e in molte scene si vedono dei cinema. Altre ancora le ho trovate nei documentari Luce che raccontano le inaugurazioni dei cinema.

 

Onalim: Non hai fatto un libro?

Giuseppe: No, sai perché? Il libro sarebbe un po’ la morte della ricerca perché a volte trovo delle imprecisioni in quello che scrivo, che sul sito posso correggere, ma che sul libro starebbero male. La rete per questo lavoro è l’ideale.

 

Onalim: Fai questo lavoro di ricerca insieme a due tuoi amici: Willy Salveghi e Marco Ferrari.

Giuseppe: Sì, Willy fa il protezionista.

 

Onalim: Dove ha lavorato?

Giuseppe: Ha lavorato al Palestrina e allo Gnomo. Lo Gnomo ha chiuso.

Onalim: Cosa succede quando chiude un cinema?

Giuseppe: Quando i cinema chiudono, tutti i loro archivi che sono fatti di locandine, vengono assaltati dai commercianti.

 

Onalim: E finiscono su ebay.

Giuseppe: Esatto. I locali vengo smantellati e le macchine da proiezione se funzionano ancora vengono rivendute e mandate in un altro cinema. E le sedie anche. Il cinema scompare. L’esercente non conserva niente, in fondo spesso è un commerciante. A volte ho cercato di contattare qualche esercente ma non ci sono riuscito. Nemmeno l’Agis che è l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo ha i numeri.

 

Giuseppe (indicando due portoni più avanti rispetto a dove siamo seduti noi a bere un caffè): Sai lì, dove adesso c’è Peck, c’era un cinema. Era il Cinema Cantù, uno dei primissimi di Milano. Ha chiuso a metà degli anni 60.

Onalim: In che cinema hai visto Arancia Meccanica?

Giuseppe: Cinema Mediolanum dove adesso c’è lo Skorpion Club (una palestra). Di fianco al Mediolanum c’era il Pasquirolo che adesso è un negozio di vestiti. Il Cinema Astra adesso è Zara. Quella zona era la città dei cinema, era il cuore della città. Senza i cinema, il centro di Milano è morto.

Onalim: L’Odeon invece ha resistito.

Giuseppe: Sì, l’Odeon risale all’800. Si chiamava Radegonda ed era un Teatro che faceva Opere liriche. Molti di questi cinema erano teatri di opera lirica. Infatti il Dal Verme è stato teatro, poi è stato cinema e adesso è tornato teatro. Il Carcano è stato un importante teatro dell’800, è diventato cinema nel 900 e poi è tornato teatro. Il cinema è entrato in crisi negli anni 80… Sai perché?

 

Onalim: Perché?

Giuseppe: Per tre motivi: perché la televisione comincia a fare sempre più film, poi arriva il videoregistratore, e poi c’è la pornografia. Molti cinema che si erano convertiti al porno, sono falliti con l’arrivo del videoregistratore.

 

Onalim: Certo, uno il porno a quel punto se lo guarda a casa.

Giuseppe: Oggi qualche cinema a luci rosse c’è ancora: ce n’è uno in via Padova che si chiama Cinema Ambra, c’è il Cinema Sempione, e un altro in Giambellino. Tutti questi cinema non sono mai stati rimodernati…

 

Onalim: Certo, non hanno messo il Dolby Surround.

Giuseppe: …ma la gente che abbiamo visto era talmente poco raccomandabile, che abbiamo rinunciato. C’è anche un quarto motivo: la circolazione delle auto. Quando io venivo a Milano, anni fa, arrivavo in centro piazzavo la macchina a Piazzale Cavour e andavo a piedi. Oggi dove la metti la macchina? Ecco perché i Multiplex vanno alla grande. Però io li odio. E sono da ragazzini.

 

Onalim: Sì, e anche i film che danno sono più commerciali.

Giuseppe: Io sono legato al cinema d’autore. I cinema del centro erano momenti di sogno che si aprivano per le strade della città. Dove entravi e ti lasciavi alle spalle la realtà. Era bellissimo. Bisogna rendersi conto che non è più così, che il mondo è cambiato. E’ bello rievocarlo, ma non bisogna avere nostalgia.

Onalim: Lo Spazio Oberdan ti piace?

Giuseppe: Sì, una volta era il Cinema Giardini, era un cinema liberty all’interno, poi negli anni 80 era passato al porno, ed era diventata una sala malfamata, poi nel 92 ha chiuso, e poi nel 99 è stato ristrutturato e riaperto.

 

Onalim: Com’è cambiato il cinema?

Giuseppe: Era completamente diverso, c’era chi passava ore e ore dentro al cinema, al caldo. E anche il costo del cinema è cambiato. Per esempio la prima visione costava 3 mila lire, 1.500 lire la seconda, e 500 lire la terza. Perché la pellicola era sempre la stessa che girava nei cinema, e man mano si rovinava. Quando arrivava nei cinema rionali, era già alla terza visione e così vedere un film costava pochissimo.

 

Onalim: Al cinema poi si fumava…

Giuseppe: Sì, nei cinema “ho fumato” davvero tantissimo. Devi immaginare che negli anni 70 se il tuo vicino di poltrona fumava e a te dava fastidio, ti alzavi e guardavi il film in piedi. Poi si poteva entrare e stare lì per ore, potevi entrare a metà film e rivedere dopo l’inizio.

 

Onalim: Sì, questo me lo ricordo! Nessuno ti buttava fuori.

Giuseppe: La cosa paradossale è che negli anni del fascismo era vietato fumare. Poi nel dopoguerra si è ricominciato a fumare. Quando  è stata fatta la legge antifumo, gli esercenti si sono opposti perché avevano paura di perdere dei clienti, e invece poi le persone si sono abituate. 

Onalim: Dimmi tutti i film che sei venuto a vedere a Milano quando scappavi da Monza?

Giuseppe: Avevo anche il difetto di annotarmeli tutti, e così poi mia madre scopriva cosa avevo visto. Ho visto tutti i film di quell’epoca: “Salò”, “Ultimo tango a Parigi”, “Il fiore delle mille e una notte”, “Novecento”. Mi ricordo che per la prima di “Novecento” ci fu una polemica perché era un film comunista e alzarono il prezzo del biglietto. Poi ho visto “La classe operaia va in paradiso”, “Il caso Mattei”… Erano film molto politicizzati che riempivano le sale. Io questi film li ho visti tutti a Milano, perché non avevo la pazienza di aspettare che arrivassero a Monza. Allora c’erano delle regole molto rigide: se un film non lo smontava Milano non poteva arrivare a Monza. Per esempio”Arancia Meccanica” è stato a Milano 4 mesi, e Monza ha dovuto aspettare. “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” con Gian Maria Volontè è stato a Milano 8 mesi! Per me quei pomeriggi erano dei veri e propri viaggi.

 

Onalim: Grazie!

Giuseppe: Quando vuoi, la domenica mattina io sono sempre qui a cercare materiale.

 

Onalim: Ma quando compri le cartoline nei mercatini, contratti sul prezzo?

Giuseppe: Sì, certo. Poi qui mi conoscono tutti…

 

Onalim: Non te le regalano le cartoline se gli dici che è per la ricerca?

Giuseppe: No, a loro non gliene frega niente.

 

Onalim: Grazie ancora!

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  1. marco ferrari

    Buongiorno, complimenti per la bella intervista. Mi permetto di segnalarvi due refusi:
    1. il cinema palestrina è ancora in attività;
    2. il prezzo dei cinema: se la prima visione costava 3 mila lire, 1.500 lire la seconda, non poteva essere 50 centesimi la terza… temo ci sia un errore da copia e incolla su periodi differenti.
    cordialmente
    marco ferrari

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    • Ciao Marco, grazie, ho corretto i due errori. Mi ha detto Giuseppe che sei un cinefilo sfegatato. Se sei anche un esperto di film girati a Milano, dobbiamo incontrarci! Isabella

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