* Le ricette di Karmen *La nostra Hoba

Karmen, alta 185 centimetri, è metà inglese e metà croata. Lavora nell’alta moda e sceglie amici che somigliano a Snoopy. Ha zie croate ottantenni che le passano deliziose ricette mediterranee, che lei serve su elegantissimi piatti vittoriani. Sceglie i suoi ingredienti con estrema cura, e a me piace pensare che vada a fare la spesa nel bosco, alle prime luci del mattino. Ogni sabato mattina, una ricetta.

Avete mai tenuto in mano dal “vivo” (cioè crudo) un polpo????????? O ve lo siete sempre goduto cotto, pronto, servito, delizioso, “da lontano e con distacco” per dire??? A dirvi la verità neanch’io fino a sabato scorso quando mi sono “sacrificata” per voi. Viscidezza totale, vi assicuro ha ha… Avevo telefonato, all’alba, alla mia pazzerella zia Beba, che conoscete (si sa che i vecchietti per qualche strano motivo si alzano sempre all’alba) prima d’andare al mercato per avere qualche consiglio, essendo una delle mie guru. Una cosa che m‘ha detto è stata: “Fai togliere ASSOLUTAMENTE gli occhi dal pescivendolo, se no ti guarda!!!!!”

E invece no, il pescivendolo era stra-preso dalla folla di sabato al mercato di viale Papiniano e così ho dovuto pure subire lo sguardo non tanto innocuo del polpo. Che impressioneeeeeee!!!!!!!!!! Scherzi a parte (scherzo ha ha) è da mesi che voglio fare questo “esperimento” e prepararvi questo piatto, in quanto stra-buono, leggero e abbastanza significativo anche dalle mie parti (e come ho scoperto pure io qualche giorno fa, super semplice da preparare). Quando stavo per scrivere l’articolo mi sono confrontata anche con il mio papà Tonci (anche lui conoscete ormai) raccontandogli i consigli di zia Beba, ed è saltato fuori che la famiglia Simic ha un certo “rapporto” con il polpo, da generazioni. A quanto pare, all’epoca, quando mio papà e il suo fratello più grandicello non erano in giro a combinare guai, da ragazzini (dico solo questo, sarebbe un capitolo da parte, anzi un libro intero, povera mia santa nonna), erano le “star” della caccia al polpo in un paesino stupendo e tranquillissimo al mare che dista qualche chilometro da Dubrovnik e si chiama Cavtat (il nome greco era Epidaurus se lo cercate sulla mappa) dove sono cresciuti. Mio zio era pure battezzato “hobotnicar” che sarebbe “quello che andava a caccia del polpo” cioé la “hobotnica”.

Mi affretto a dire però che i loro erano guai innocenti, cioè cose improbabili ed immaginabili al giorno d’oggi che fanno morire dal ridere e di cui racconti in prima persona ho registrato l’estate scorsa sull’iphone in attesa del momento giusto per raccoglierli in un libro di famiglia. Tornando alla nostra hobotnica, loro prendevano un filo trasparente da pesca, attaccavano una piccola pezza bianca e lungo la riva trascinavano lentamente questa cosa fino a quando un polpo rimbambito e un po’ fesso aggiungerei, non si attaccasse. Papà dice che non tornavano a casa finché non avessero preso ben dieci polpi, ognuno attaccato sulle dita delle due mani. Poi né miò papà né il suo fratello, né loro papà e cioè mio nonno, già che ci siamo, erano né sono pescatori, ma una leggenda in paese racconta le loro gesta. Una volta arrivati a casa, abbracciati dalla nonna (sollevata che non avessero combinato qualche disgrazia e che il prete non venisse a lamentarsi a nome di qualcuno facendoli poi confessare il “crimine” e punendoli con extra Ave Maria togliendoli prezioso tempo del gioco) li appendevano su un gancio apposito sopra e dentro il pozzo nel cortile di casa per tenerli al fresco fino al momento del consumo.

Doveva essere una vera delizia mangiarli appena pescati, freschi freschi, visto che Tonci mi dice che si ricorda ancora del sapore squisito di questo piatto semplice ma pieno di  bontàaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!

Ed eccomi un paio di generazioni dopo a raccontarvi come ho fatto io nel  mio piccolo a preparare un polpo “milanese”.

…& non dimenticando la colonna sonora con cui avvicino la ricetta anche alle mie radici British proponendovi una canzone dei Beatles (con cui tra l’altro condivido la città natia) che secondo me è sottovalutata e che mi piace tantissimo. Poi la storia com’è nata, è stra-simpatica.

Octopus’s Garden è un brano musicale dei Beatles, composto da Ringo Starr, pubblicato nell’album Abbey Road. 

L’idea della canzone venne quando Starr era su una barca insieme al comico Peter Sellers in Sardegna nel 1968. Starr ordinò fish and chips per pranzo, ma invece gli diedero un calamaro (era la prima volta che Starr mangiò un calamaro, disse, “Non era male. Un po’ gommoso. Sapeva come il pollo”). Il capitano della nave raccontò a Starr come i polpi vivevano sul fondo del mare, raccogliendo pietre e oggetti brillanti per costruire giardini.

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POLPO CON PATATE FATTO IN CASA

Ingredienti x 4 persone:

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1 polpo fresco da 1 kg

1 kg & ½ di patate novelle

un mazzetto di prezzemolo

sale

pepe

della rucola

1 • Appena tornate a casa dal pescivendolo mettete il polpo in freezer per almeno un paio d’ore. 2 • Al momento di preparare il piatto, mettete il polpo surgelato in una pentola d’acqua fredda insieme ad un tappo di sughero. 3 Dopo che l’acqua inizia a bollire, cuocete il polpo per una mezz’oretta testando ogni tanto con la forchetta per capire quando potrebbe essere cotto. 4 • Nel frattempo cuocete le patate nella buccia e una volta cotte (testando sempre con una forchetta) togliete l’acqua e lasciate nella pentola con il coperchio sopra. 5 • Tagliate il prezzemolo a pezzettini  piccoli. 6 • Quando il polpo ormai diventato irriconoscibile in termini di grandezza è pronto, pescatelo dall’acqua con una forchetta e mettetelo sotto l’acqua fredda. Lavorando con le  mani, toglieteli la “buccia” marone fino a quando rimane solo la “carne” bianca. PS E’ meno viscido del previsto, promesso!! 7 • Tagliate i tentacoli e tutti i pezzi a rondelle e metete in una ciotola capiente che avrete preparato prima. Aggiungete del olio d’oliva assolutamente casalingo. 8 Ora sbucciate le patate ma stando attenti caso mai siano ancora bollenti. 9 • Tagliate le patate a rondelle, aggiungete dell’olio d’oliva, salate, pepate e prezzemolate. 10 • Aggiungete il polpo tagliato alle patate e mescolate bene. 11 Al momento di servire aggiungete anche della rucola e rigirate velocemente. 12 • Il vostro polpo è pronto. 13 • Servite sempre con del pane croccante e del buon vino bianco fresco.

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CONSIGLI PER LA SPESA:

In questa ricetta piu che mai un buon olio d’oliva è un sine qua non. Io ho usato quello che tengo per occasioni speciali che mi ha regalato una cara amica e collega che lo produce nella sua rustica ma deliziosa masseria in Puglia.

Assolutamente da degustare!!

www.masserialorizzo.it

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onalimlericettedik@gmail.com

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Teapot Woman — illustrazione di Myra Butterworth

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