Ragazzo Semplice "Io non amo scrivere canzoni, preferisco improvvisare, come andare a caccia di farfalle senza doverle catturare, e vederle volare, per vederle andare dove gli pare, e sapere che sono libere anche di ritornare."

by Isabella

Ragazzo semplice e il suo complesso

Onalim: Ti chiami Ragazzo Semplice e questo significa sicuramente che sei complicato. E’ vero?

Ragazzo Semplice: Ho un’indole ironica. Solitamente il nome d’arte serve per darsi importanza, mentre a me invece piace togliermela, per questo mi sono chiamato Ragazzo Semplice e il suo complesso. Non sono semplice, anzi mi dicono che sono complicato. Ma potrei anche cambiarlo il nome d’arte. Il nome d’arte è come il nome di persona, che prende un’atmosfera in base a chi lo porta. Dipende che esperienza hai con il nome. Con tutto rispetto se Gigi D’Alessio avesse suonato nei Beatles, magari Beatles mi sarebbe suonato male. Invece mi suona bene.

 

Onalim: Insomma non sei semplice.

Ragazzo Semplice: No. Sai quante volte le mie non fidanzate mi hanno detto “Ti chiami Ragazzo Semplice e sei il più complicato che abbia mai incontrato!”

 

Onalim: “Non fidanzate” perché non si voglio fidanzare con te?

Ragazzo Semplice: Io non sono fidanzabile, devo maturare, ma ce la farò anch’io.

 

Onalim: I tuoi concerti sono tutti improvvisati. Non hai una scaletta.

Ragazzo Semplice:  Sì, è stato così fin dalla prima volta. E’ come sono io nella vita, che mi stravolgo continuamente. Fare le prove per me è contronatura. Infatti stasera farò le prove con un mio amico e mi sento già male. Dobbiamo suonare insieme venerdì prossimo e lui preferisce provare. Ma per me non improvvisare sarebbe come uccidere un concerto. Anche fare la scaletta è una cosa che non concepisco, perché ti privi della possibilità di sapere cosa può succedere con le persone che sono venute a sentirti. La musica dovrebbe essere una sorta di vettore per andare dove non si sa.



Onalim: Io ho visto soltanto un tuo concerto, quello in via Ferrante Aporti, quando sei stato assalito dai bambini…

Ragazzo Semplice: Ah, quello è stato carino! Con i bambini è sempre una sorpresa.

Onalim: Non erano timidi i bambini!

Ragazzo Semplice: I bimbi sono sempre così. Invece a volte è inquietante fare un concerto e vedere gli sguardi spenti che mi circondano. E’ difficilissimo fare partecipare i grandi. I grandi, devi rianimarli.

 

Onalim: Perché non partecipano?

Ragazzo Semplice: Perché l’80% delle persone sono morte, non vive. O non sono proprio nate. Chi mi sente suonare per la prima volta, a meno che non mi conosce già, prima rimane stupito, poi impaurito, poi solo verso le fine scatta la fratellanza. 

Onalim: Non ti capita mai che non sai cosa dire al pubblico?

Ragazzo Semplice: Ma io non ho mai niente da dire! Io più che dire, ascolto. Guardo il pubblico, a volte sono solo due persone. A giugno ho suonato in un locale di fronte San Vittore e non c’era nessuno. C’era il diluvio universale e c’erano quattro persone che stavano festeggiando il compleanno e ho fatto uno degli spettacoli più belli della mia vita perché li ho importunati tutto il tempo. Mi sono divertito. In quelle situazioni posso testare la mia mente. Malata. Per vedere fin dove posso arrivare con l’assurdo, che è quello che mi interessa.

 

Onalim: Quali sono i concerti che ti piacciono? 

Ragazzo Semplice: Non me ne frega niente della musica contemporanea. Ascolto solo musica precedente al 900, a meno che non sia con i miei amici. Ne ho visti tanti di concerti, forse il più bello è quello di Paul McCartney a Roma. E poi mi è piaciuto il concerto di musica classica a South Bank a Londra e mi piacerebbe vedere il Flauto Magico di Mozart.

 

Onalim: Durante l’unico concerto che ho visto a un certo punto ti sei inventato una strofa che io ancora canto…

Ragazzo Semplice: Qual è?

 

Onalim: “Questa è la canzone dei lumini che fanno i flippare i bambini” la cantavi mentre con una lucina rossa illuminavi l’asfalto e i bambini si lanciavano per cercare di prenderla. 

Ragazzo Semplice: E’ vero, quello è stato un bellissimo momento.

 

Onalim: Restano in mente anche a te queste frasi che inventi durante i concerti?

Ragazzo Semplice: No, assolutamente. Non trattengo niente. Queste canzoni, mi piace scriverle sul momento e poi lasciarle andare. Tant’è che ho un rapporto con le canzoni molto sofferto, mi scoccia farle. Ho dovuto anche esorcizzare questa cosa, scrivendo una canzone che dice “Io non amo scrivere canzoni, preferisco improvvisare, come andare a caccia di farfalle senza doverle catturare, e vederle volare, per vederle andare dove gli pare, e sapere che sono libere anche di ritornare.” Nel senso che intrappolare le canzoni, mi dà fastidio. Infatti ho fatto il primo album nel 2008 e devo ancora fare il secondo. Però è quasi pronto!


Onalim:
 Il tuo modo di vedere le cose è surreale. 

Ragazzo Semplice: Grazie. E’ la realtà che mi rende surreale. Di fatto se ora mi mettessi a camminare nudo sarei surreale, perché questa città mi renderebbe surreale. Ma se lo facessi in mezzo a un bosco non sarebbe surreale. 

 

Onalim: Ti piace Milano?

Ragazzo Semplice: Milano me la vivo un po’ a mio modo, ho tanti amici e questo me la rende stupenda. Frequentiamo un bar deserto frequentato solo da noi, che ci piace tantissimo. E’ orribile.

 

Onalim: Qual è?

Ragazzo Semplice: Non lo dirò mai!

 

Onalim: Hai paura che veniamo anche noi?

Ragazzo Semplice: Sì. 

 

Onalim: Qual è un posto dove ti piacerebbe suonare a Milano?

Ragazzo Semplice: Mi piacerebbe suonare dagli anziani, in viale Tibaldi dove danno il pane ai barboni la mattina, e poi in tutte le scuole elementari e basta.


Onalim: La conosci la Casa di riposo per musicisti di Verdi?

Ragazzo Semplice: Non so cosa sia.

 

Onalim: E’ un posto meraviglioso, che ti piacerebbe moltissimo. E’ una Casa di riposo voluta da Verdi per i musicisti in pensione, magari con poche possibilità economiche.

Ragazzo Semplice: Stai scherzando?

 

Onalim: E’ vero!

Ragazzo Semplice: Non ci posso andare a vivere?

 

Onalim: Loro ospitano dei ragazzi che studiano al conservatorio e li aiutano anche a prepararsi agli esami. 

Ragazzo Semplice: Io provo.

 

Onalim: Prova!

Ragazzo Semplice: Allora ci vado. Magari prendo qualche musicista e me lo porto in studio.

 

Onalim: Potresti fare un concerto con la tua band di pensionati.

Ragazzo Semplice: Sarebbe un sogno. Ragazzo semplice e i suoi nonni…

 

.

( P A U SA )

.

Onalim: Tu hai sempre l’aria di uno che ha la testa da un’altra parte. E’ vero?

Ragazzo Semplice: GRAZIE! E’ vero.

.

( P A U SA )

.

Onalim: Hai detto una volta durante l’intervista ad MTV

Ragazzo Semplice: Non l’ho mai vista tutta.

 

Onalim: Ma come?

Ragazzo Semplice: Non ce la faccio, ai tempi non suonavo, abitavo a Londra ed era la prima volta che facevo una cosa legata alla musica. Sono stato due giorni con l’operatore video e mi sentivo male. Davanti alla telecamera mi sentivo a disagio, e mi faceva domande personali. Io scappavo.

Onalim: Ahahah adesso che mi dici così mi sembra di ricordare che ci sono delle inquadrature in cui tu cammini avanti. Stavi scappando!

Ragazzo Semplice: Può essere. Il primo giorno non ho aperto bocca. 

 

Onalim: …comunque durante l’intervista hai detto che non ti importa avere successo a tutti i costi. 

Ragazzo Semplice: Sì, è vero. Una volta ho detto vorrei avere il più grande dei successi senza che lo sappia nessuno. Comunque il più grande successo l’ho già avuto. 

 

Onalim: Tu non sei mai megalomane, mi dici qualcosa di megalomane? Non so per esempio “Vorrei suonare con Bob Dylan”.

Ragazzo Semplice: Non me ne frega niente di Bob Dylan. Mi piacerebbe fare un concerto con mio fratello.



Onalim:
 Neanche con Paul McCartney?

Ragazzo Semplice: No. Forse vorrei fare un concerto con un alieno.

 

Onalim: Bello!

Ragazzo Semplice: Sì, il primo giorno che arriva sulla terra, magari facciamo una canzone insieme. Non ho ambizioni nel mondo musicale, la mia ambizione è di ricerca. Perché mi piace stare dentro le canzoni, evadere un po’ dalla realtà.

 

Onalim: Se tu dovessi scrivere una canzone su Milano, di cosa parlerebbe?

Ragazzo Semplice: “Milano mi meravigli, che mi accogli sui navigli…chi l’avrebbe mai detto che avrei suonato al Torchietto”. Io sono molto grato a Milano, perché una volta mi sono innamorato e poi ho avuto tanti incontri amorosi, esperienze e difficoltà. Se scrivessi una canzone su Milano la chiamerei … non lo so … comunque sarebbe una canzone di ringraziamento. Ma anche di dispiacere perché c’è una certa arroganza in questa città e avendo abitato a Londra, dove c’è molta più educazione, rispetto e integrazione, noto la differenza.

Onalim: La scrivi una canzone per Onalim?

Ragazzo Semplice: Ma non so se sarei capace, boh, sì. Mi devi dare gli elementi. Ma mi sentirei un presuntuoso, non ho vissuto qui abbastanza per scrivere una canzone su Milano. Come non ho amato abbastanza per scrivere una canzone sulle donne. Se vuoi scriviamo insieme una canzone, ma non su Milano. Su Milano non me la sento. Sai che Milano una volta era piena di orti?

.

Onalim: Sì, lo sapevo.

Ragazzo Semplice: Pazzesco, no? Ti sei annoiata vero?

 

Onalim: No.

Ragazzo Semplice: Presto farò uscire delle foto di me nudo integrale, cliccate tutte, e condividete!

 

Onalim: Se amate Ragazzo Semplice, condividete!

Ragazzo Semplice: Se amate Ragazzo Semplice, NON condividete.

 

Onalim: Questi giochetti non funzionano.

Ragazzo Semplice: Ma io son contento se non condividono.

………………………………………………………………………………….

 Il prossimo concerto improvvisato di Ragazzo Semplice sarà a Milano

il 27 settembre al Gogol Ostello. 

………………………………………………………………………………….

  1. Nessun Commento su “Ragazzo Semplice "Io non amo scrivere canzoni, preferisco improvvisare, come andare a caccia di farfalle senza doverle catturare, e vederle volare, per vederle andare dove gli pare, e sapere che sono libere anche di ritornare."”