Racconti dal tuo quartiere: Via Padova.

Racconti dal tuo quartiere: Ornella Rossetto 

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I miei primi anni di vita li ho passati nel quartiere di via Padova all’altezza di piazzetta Tel Aviv.
La via è molto lunga e, a seconda del tratto, ha caratteristiche molto diverse.
Ieri come oggi.
E’ lunga 4 km, nasce in piazzale Loreto e finisce ai confini della città.
All’epoca di cui parlo, alla fine degli anni ’50, nel mio quartiere c’erano poche case e tanta campagna.
Abitavo nel palazzo che confina con l’attuale Liceo Artistico Caravaggio e le nostre finestre al quarto piano davano sul retro, sul parco della scuola che ospitava un istituto per bambini sordomuti. Poco più avanti la Villa Turro, dove oggi ci sono gli ambulatori del San Raffaele e allora era una specie di Clinica del sonno, vi ricoveravano le persone con l’esaurimento nervoso: c’era un grande cartello nei paraggi, FARE ASSOLUTO SILENZIO.
Se lo sguardo andava ancora oltre c’erano campi all’infinito: qua e là le carovane degli zingari. Credevo proprio che Milano finisse lì.
Le donne, da quelle carovane, salivano nelle nostre case a raccogliere gli stracci, i vestiti usati, a volte si fermavano al tavolo della cucina a leggere le carte.
Non erano vissuti come minacciosi e ognuno viveva la sua vita.
Quando giocavo con la bambola, mia mamma mi metteva una coperta per terra sul balcone e là le mettevo e le toglievo i vestitini, guardavo quei campi e mi chiedevo cosa c’era giù giù in fondo, oppure seguivo le partite di calcio dei bambini sordomuti che facevano un baccano infernale.
Una volta minacciava il temporale e per me era ancora più bello restare lì sul balcone con la coperta sulla testa e il vento forte ma all’improvviso una folata sollevò i vestitini della bambola e li fece volare dritti dritti nel campo di calcio, dove i sordomuti stavano giocando.
Quella perdita fu un dolore. Quei vestitini erano persi e non sarebbero stati rimpiazzati.

ornellarossetto@tiscali.it

Foto Milano sparita e da ricordare 

 

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