Giacomo, 17 anni: dentro Milano ci sono mille Milano.

by Isabella

 

Qualche giorno fa, nel post “Cercasi  adolescenti milanesi“, ho lanciato un appello. Ho chiesto agli adolescenti milanesi di raccontarmi Milano dal loro punto di vista. Ha risposto Giacomo! (L’intervista è stata fatta su skype)

 

Onalim: Intanto grazie per avere risposto al mio appello.

Giacomo: E’ stata mia madre a mandarmi il tuo articolo, perché le era piaciuto. E anche a me è sembrato interessante.

 

Onalim: Davvero?  Grazie! Quanti anni hai?

Giacomo: Quasi 18.

 

Onalim: Sei milanese?

Giacomo: Sì. Ho vissuto un po’ in Canada, ma sono milanese.

 

Onalim: Quanto sei stato in Canada?

Giacomo: Soltanto 7 / 8 mesi, per studiare.
Onalim: Il Canada è molto diverso da Milano.

Giacomo: Sì, e quando sono tornato ho visto tutto con occhi diversi.

 

Onalim: Cosa hai visto di diverso?

Giacomo: Mi sono accorto che a Milano le persone sono piene di pregiudizi e che chi vive qui fa sempre le stesse cose. Quando sono tornato ho scoperto una Milano che non conoscevo.

 

Onalim: Che bello! Sei la persona giusta! Tra l’altro sei l’unico che ha risposto.

Giacomo: Davvero? Peccato.

 

Onalim: Dimmi cos’hai scoperto di Milano?

Giacomo: E’ come se a Milano ci fossero tanti mondi paralleli. Dipende dal quartiere in cui vivi o le scuole che hai frequentato. Ci sono mille Milano dentro Milano.

 

Onalim: E’ proprio così! 

Giacomo: Per esempio Milano di giorno e Milano di notte sono completamente diverse. Anche i licei cambiano molto. Io sono stato sia in scuole pubbliche che private e in quartieri diversi, quindi ho vissuto ambienti molto differenti. Milano poi è piena di mode un po’ dubbie.

 

Onalim: Per esempio?

Giacomo: Lo conosci il pagante?

Onalim: No. Cos’è?

Giacomo: Sono dei video che raccontano il classico ragazzo milanese, un po’ ridicolo, ma che rappresenta una buona fetta dei ragazzi milanesi.
Onalim: Forse è come il milanese imbruttito?

Giacomo: Sì, è simile Devi vederlo.

 

Onalim: Lo guarderò.

Giacomo: Il pagante è nato come una presa in giro, ma molti per guadagnare popolarità hanno incentivato questo fenomeno. Il pagante parla di una Milano che segue una moda obbligata, una Milano omologata. E’ riduttivo. Come anche volere fare gli alternativi a tutti i costi.

 

Onalim: Giusto!

Giacomo: Mi fa un po’ ridere (non dico di esserne completamente esente) il bisogno di far parte di una massa. E’ strano.
Onalim: Stai tranquillo che questo bisogno lo troverai anche fra i più grandi. Adesso che liceo fai?

Giacomo: Adesso vado al Fermi che è un liceo privato, prima andavo al Liceo Volta che è un liceo pubblico. Ma l’anno prossimo voglio tornare alla scuola pubblica.

 

Onalim: Che differenza c’è fra un liceo pubblico e uno privato?

Giacomo: Nella scuola pubblica trovi di tutto, dal figlio del miliardario al figlio dell’operaio. Nella scuola privata sono tutti figli di persone ricche, e nelle scuole cattoliche molte ragazze sono “per benino”.

 

Onalim: W la scuola pubblica!

Giacomo: Io comunque ho amici da tutte le parti.
Onalim: Che posti ti piacciono a Milano?

Giacomo: Mi piacciono i baretti di Brera, mi piace andare all’Arco della Pace. Prima c’era Rattazzo, ora è un po’ in declino.

 

(Giacomo si alza e mi fa vedere che indossa una maglietta del bar Rattazzo)

 

Onalim: Sui navigli ci vai?

Giacomo: No, sono più per universitari. Solo gni tanto andiamo alla fontanella, sul Naviglio Pavese, perché ci sono le birre strane. E poi mi piace andare a casa degli amici.

 

Onalim: Ci vai in discoteca?

Giacomo: Non mi piace molto perché a Milano nelle discoteche gira tanta droga, ad esempio all’Amnesia c’è un ambiente da paura. C’è uno strano miscuglio, ci sono ragazzine della scuola cattolica e i cattivi ragazzi.

 

Onalim: E le ragazzine della scuola cattolica si innamorano dei cattivi ragazzi..

Giacomo: Sì! Poi ci sono i figli dei miliardari che si atteggiano. Sembra un film di fantascienza.

 

Onalim: Secondo te Milano è una città difficile?

Giacomo: Sì, se sei uno diverso dagli altri. Per non soffrirne devi avere un carattere molto forte, se no scivoli. Non che ci sia qualcosa di male a scivolare. Però per il resto è una città facile. Anche gli snobismi spesso sono solo atteggiamento.

 

Onalim: Milano è anche una città solidale. Tu hai mai fatto volontariato?

Giacomo: Sì, ogni tanto collaboro con l’associazione dove lavora mia madre. Questa associazione si chiama Magica Cleme e si occupa di fare giocare i bambini malati di tumore.

 

Onalim: Bravissimo!

Giacomo: Sì, io più che altro faccio le foto ai loro eventi. Mi piace fare le foto.

 

Onalim: Quest’associazione fa volontariato solo in ospedale o anche fuori?

Giacomo: Anche fuori. Cerca di far fare delle attività per distrarre i bambini e i ragazzi. Anche perché negli ospedali ci sono i reparti solo per i bambini e quindi i ragazzi anche in questo caso sono un po’ abbandonati alla loro sorte. 

 

Onalim: Ci sono altri ragazzi della tua età che fanno volontariato?

Giacomo: Sì. Non è difficile fare volontariato a Milano. Alcune scuole di Milano ti danno anche dei crediti se lo fai.

 

Onalim: Cioè per esempio se fai volontariato non ti interrogano in matematica?

Giacomo: Esatto!

 

Onalim: Cosa vorresti fare dopo il liceo?

Giacomo: Non lo so, forse farò economia.
Onalim: Ti piacerebbe lavorare a Piazza Affari?

Giacomo: Magari. C’è anche un bel dito medio.

 

Onalim: Ti piacerebbe rimanere a Milano o andare via?

Giacomo: Sono appena tornato. Forse farei tre anni qui e poi partirei di nuovo. Secondo me Milano è un posto bello dove vivere dai 40 anni in sù. Secondo me dai 25 ai 35 anni è sbagliatissimo vivere a Milano.

 

Onalim: Quindi io ho sbagliato tutto! Ahahah!

Giacomo: Hai sbagliato tutto.

Onalim: Me lo sentivo!
Onalim: Quali sono i posti romantici secondo te a Milano?

Giacomo: La Martesana. Oppure c’è un grattacielo a Milano dove si può scassinare la porta con facilità e puoi salire all’ultimo piano. Lì è bellissimo.

 

Onalim: Davvero? Di notte?

Giacomo: Sì, se ti beccano però ti arrestano.

 

Onalim: Ci voglio andare! 

Giacomo: Oppure alcune vie in Brera sono molto caratteristiche. Anche io cerco sempre dei bei posti. Poi mi piace via Morgagni fino a Piazzale Lavater perché è piena di alberi. Mi ricorda Londra.

 

Onalim: In via Morgagni ci sono anche gli anziani che giocano a bocce.

Giacomo: Sì, io li odio perché quando ero bambino volevo giocare anch’io e non me lo permettevano. Bisogna avere più di 75 anni per giocare a bocce. Sotto casa mia ci sono dei giardini pensati per i bambini e la bocciofila per gli anziani. 

 

Onalim: E per voi ragazzi?

Giacomo: Per noi ragazzi ci sono le panchine. 

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Onalim: Se devi uscire con una ragazza dove la porti?

Giacomo: Dipende dalla ragazza con cui esco. Dipende da quanto lei si aspetta che io sborsi.

 

Onalim: Milano è una città ossessionata dall’immagine?

Giacomo: Sì, rischi di diventare uno psicopatico. Non devi cadere nella trappola dei pregiudizi.

 

Onalim: Le tue compagne di classe come vivono l’ossessione per l’immagine?

Giacomo: Secondo me le ragazze la subiscono di meno. A Milano sei giudicato prevalentemente per come ti vesti, ma per le ragazze non è un problema perché è moda. Invece i ragazzi lo sentono di più.

 

Onalim: Non avevo mai visto la cosa da questo punto di vista.

Giacomo: Io me ne frego, però trovo interessante osservare i meccanismi.
Onalim: Sono felicissima che abbia risposto tu al mio appello! Avevo paura che fossi un ragazzo super cool che va a all’Hollywood. 

Giacomo: L’Hollywood è un posto dove ci sono i peggiori individui.

 

Onalim: Sì, ma comunque è un’esperienza che bisogna fare per capire che cosa uno non vuole. Se no uno come lo capisce?

Giacomo: Giusto.

 

Onalim: G R A Z I E! E devi ringraziare tantissimo tua mamma che ti ha consigliato di rispondermi.

Giacomo: Grazie a te.

 

 

 

 

 

 

  1. Sara Bazzocchi

    Davvera bella questa intervista, fresca simpatica…vera.
    Giacomo: categoria open mind. L’anno in Canada
    ha dato subito i suoi frutti…
    peccato che non abbiano risposto altri ragazzi/e.

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  2. Sì è vero, peccato.
    Giacomo mi ha insegnato un sacco di cose tra l’altro.

    Dovrò rilanciare l’appello agli adolescenti milanesi.

    Ciao!

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  3. Grazie Isabella e Giacomo, non capita spesso di leggere qualcosa di così fresco.
    E anch’io sono di quelli che hanno sbagliato tutto: credo sia vero che bisogna andarsene da Milano per qualche anno, magari anche dopo le superiori…
    Niccolò

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