Intervista sentimentale a Antonio Iannetta. “Un assessorato alla fiducia.”
Onalim è un osservatorio sentimentale sulla città di Milano. In periodo di primarie, in cui si decide del futuro della città, ci è venuta voglia di fare delle interviste sentimentali ai candidati. Signore e signori, Antonio Iannetta.
Onalim: Hai visto il film Inside Out?
Antonio Iannetta: Assolutamente sì!
Onalim: Quali sentimenti vorresti che guidassero Milano nei prossimi 5 anni?
Antonio Iannetta: L’amore. L’amore verso i cittadini. Amore significa attenzioni disinteressate per le persone. Ma anche l’audacia.
Onalim: Facciamo finta che tu possa inventare un assessorato sentimentale. Quale inventeresti?
Antonio Iannetta: Un assessorato per le persone nascoste e invisibili. Un assessorato che possa puntare al rilancio di una persona. Che possa aiutarla a riemergere e a ritrovare fiducia in se stessa. Un assessorato alla fiducia.
Onalim: Milano è diventata più inclusiva. Io però penso che sarebbe bello se l’inclusività non riguardasse solo il sociale ma venisse estesa anche ad altri mondi che sono esclusivi. Cosa ne pensi?
Antonio Iannetta: Assolutamente. L’inclusione deve valere per tutti e ogni campo. Deve riguardare anche il commercio, gli affari, la moda, che sono le vocazioni di Milano per cui Milano è famosa in tutto il mondo. Ma sarebbe anche bello se la disabilità non fosse un tema esclusivo delle politiche sociali. Questa sarebbe innovazione.
Onalim: …e inclusione.
Antonio Iannetta: La disabilità non deve essere un problema. Deve essere un’opportunità.
Onalim: Sei direttore di UISP (Unione Italiana Sport per Tutti). Se Milano fosse una squadra, che tipo di quadra sarebbe?
Antonio Iannetta: Sarebbe la squadra rossoblu di Hockey su ghiaccio, perché è la storia di questa città. L’hockey è uno sport completo, intraprendente, e per giocare devi sapere stare in equilibrio ed essere forte.
Onalim: E se tu diventassi sindaco, quindi l’allenatore di Milano, che allenatore saresti?
Antonio Iannetta: Sicuramente vorrei con me una una squadra composta da persone competenti che provino amore per la propria città. E cercherei non solo di valorizzare le singole vocazioni di Milano come il volontariato e l’imprenditorialità, ma cercherei di metterle in comunicazione e di armonizzarle. Se si riuscisse in questo, Milano sarebbe la più potente città al mondo. Ma sarei anche un allenatore che cerca di motivare la città nei momenti difficili. La motivazione è l’aspetto più importante.
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Onalim: Hai detto che guardi la città dalla periferia al centro. Qual è il sentimento oggi in periferia?
Antonio Iannetta: Ti rispondo dandoti un’immagine. Dobbiamo immaginare che la città sia un corpo. Dobbiamo occuparci delle parti più lontane, delle nostre braccia e delle nostre gambe. In questo momento l’urbanistica e gli investimenti devono essere dedicati alle periferie. Dobbiamo costruire housing, recuperare spazi abbandonati, mettere al centro il lavoro, riaprire delle attività commerciali e creare luoghi dove diffondere la cultura della legalità. Senza trascurare l’intergenerazionalità.
Onalim: E hai detto che vorresti aprire una moschea in centro. Dove?
Antonio Iannetta: In una città che si definisce internazionale, non solo ci vuole una moschea, ma deve essere anche bella, forse la più bella d’Europa, così da diventare un’attrazione turistica. Sicura, controllata e in centro. Sarebbe un segnale, un ponte con l’Islam moderato. Nessuno si scandalizza che tutta l’area di Porta Nuova sia acquistata dal fondo del Qatar? Io dico, con quei soldi facciamo la moschea. E facciamola lì vicino, dove c’è lo scalo Farini.
Onalim: Hai anche detto “Piantiamo 3,5 milioni di alberi, uno per ogni cittadino dell’area metropolitana.”
Antonio Iannetta: Sì, la piantumazione di 3 milioni e mezzo di alberi in tutto il Parco orbitale sarebbe una doppia rivoluzione: ambientale e culturale. Siamo in un momento storico in cui dobbiamo impegnarci nella lotta all’inquinamento, e se a ogni cittadino regali un albero…
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Onalim: Ma quindi ognuno avrebbe un albero assegnato?
Antonio Iannetta: Certo.
Onalim: Mi vedo già tutti i milanesi che vanno ad abbracciare gli alberi nel weekend.
Antonio Iannetta: Pensa a un albero che ognuno può lasciare ai suoi figli. E’ un messaggio dirompente.
Onalim: Il tuo slogan è “Insieme siamo più forti”. Come mai l’hai scelto?
Antonio Iannetta: Perché la politica è una sfida collettiva. Stiamo parlando a tutta la città con gli stessi abiti addosso. Parliamo anche a chi non ha la residenza a Milano ma ha Milano nel cuore. Quello che ci interessa è risultare credibili.Vogliamo prendere più voti possibili per portare le nostre proposte al tavolo di discussione del candidato che vincerà.
Onalim: Come ti sta cambiando questa campagna elettorale?
Antonio Iannetta: Spesso mi addormento sul divano. Ma è bello.
Onalim: Cos’è una cosa che vorresti che a Milano fosse l’esatto contrario?
Antonio Iannetta: Vorrei che Milano fosse al femminile, che avesse la sensibilità per cogliere meglio i cambiamenti, che proteggesse, conoscesse meglio i tempi dei bambini, e trattasse economicamente uomini e donne allo stesso modo.
Onalim: Con questa dichiarazione prenderai il 50%
Antonio Iannetta: Se vuoi mettila all’inizio dell’intervista.
Onalim: Grazie!
Antonio Iannetta: A te.
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