L’amicizia è la ruspa dei pregiudizi
Alexandra è una bambina rom arrivata a Milano dalla Romania quando aveva sei anni. Viveva in una baracca e sua madre chiedeva l’elemosina.
Quando incontriamo un povero che chiede la carità, la cosa migliore che possiamo fare è fermarci e provare a parlare con loro: dove dormi? Dove mangi? Sei qua con la tua famiglia? E i bambini vanno a scuola?
Questo é quello che ha fatto una signora che passava per caso, vedendo Alexandra e la sua mamma all’angolo di una chiesa. Così la piccola Alexandra é stata iscritta nella scuola piú vicina.
Io mi sono occupata del suo inserimento, la ricordo timidissima, uno scricciolo di bambina, spaventata, docile e coraggiosa, ma ha continuato a frequentare con regolarità. Silenziosa, invisibile. “Ti piace la scuola, ti trovi bene?” in risposta sempre solo un sorriso, anche se le difficoltà erano tante, oltre la lingua, le diffidenze reciproche.
Erano gli anni degli sgomberi feroci, quelli fatti all’alba con ruspe e cani e la famiglia di Alexandra ha dovuto ricostruire la sua baracca molte volte e anche molto lontano dalla scuola che stava frequentando, ma grazie alla determinazione e alla costanza di sua madre, Alexandra ha preso la licenza media e si è iscritta al corso orafi di Galdus.
Intanto un po’ di serenità: dopo l’ultimo sgombero prima un centro di accoglienza, poi il lavoro e una casa.
Quest’anno è stata promossa in seconda superiore. È stato un percorso faticoso, pieno di ostacoli – la precarietà, la povertà, i pregiudizi.
Io ho continuato ad accompagnarla nello studio che si fa sempre più complesso e la comunità di Sant’ Egidio ha provveduto alle spese scolastiche perché la Dote scuola della Regione Lombardia copre solo in minima parte i costi della frequenza scolastica.
Alexandra si sta avviando verso una vita normale, le sue aspirazioni sono il diploma, un lavoro, una casa, una famiglia.
Ce la sta facendo con la sua tenacia ma il suo successo è stato opera anche della rete che i volontari della Comunità di Sant’Egidio hanno costruito intorno a lei: cittadini e cittadine che hanno riposto fiducia in Alexandra e nel futuro suo e del mondo.
L’amicizia abbatte i muri e costruisce ponti che possono cambiare i destini.
Grazie a Annelise M. che ci ha raccontato questa storia.
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