Le Tre Sedie. Una favola senza morale. Anzi con.

by Isabella

Ho frequentato un corso sulla favola perché conoscevo Arianna, l’insegnante, e Paola, la mia compagna di banco. Non sapevo cosa aspettarmi, a parte il fatto che dopo ogni lezione io Arianna e Paola ci saremmo fermate a bere una birra.

Durante le lezioni ho scoperto libri surreali e nonsense come “Le favole della Maria di Moresco. Ma soprattutto ho scoperto che le favole non devono necessariamente avere una morale. Non immaginate che sollievo mi ha dato questa scoperta.

Ecco qui “Le Tre Sedie” una favola senza morale scritta da me medesima.

Prima di scriverla ho fissato a lungo il foglio bianco, finché non ho scelto il titolo.

Per il titolo mi sono ispirata a Silvia e al suo blog measachair.

Ero così felice di avere scritto una favola senza morale. Mi sentivo una persona più leggera. Finché l’ho fatta leggere a Silvia, che ha scovato subito la morale.

LE TRE SEDIE

C’era una volta un uomo che non si era mai seduto in vita sua. Era nato in piedi, poi aveva imparato a gattonare e poi a camminare. Era nato in una famiglia molto povera dove c’era soltanto una sedia, che non era mai stata libera perché quando era bambino era occupata dal nonno, quando era cresciuto e il nonno era morto, era stata occupata dalla madre e dopo la morte della madre era stata occupata dal padre.

E così all’età di 40 anni non si era mai seduto.

Non si era mai seduto fra i banchi di scuola perché a scuola non c’era mai andato, quando saliva sui tram i posti non erano mai liberi e sulle sedie del bar del suo paese erano sempre occupate dagli anziani che giocavano a carte.

Avrebbe potuto sedersi per terra ma l’uomo sognava di sedersi, almeno la prima volta, su una sedia. Era questo il suo più grande desiderio.

Un giorno l’uomo, mentre stava passeggiando, vide tre sedie.

Ed erano tutte libere.

Ma prima di sedersi, si guardò intorno e vide un bambino, un vecchio e un gatto.

Allora andò dal bambino e gli chiese “Caro bambino, io sono l’uomo che non si è mai seduto in vita sua, ma non sono stanco. Invece forse tu lo sei perché hai giocato tanto. Vuoi sederti?”.

Il bambino strabuzzò gli occhi e disse “Grazie signore, lei è molto gentile ma non voglio sedermi.”

Poi andò dal vecchio e gli chiese “Buon uomo, io sono l’uomo che non si è mai seduto in vita sua, ma non sono stanco. Forse però lei lo è vista la sua età. Vuole sedersi per riposarsi un po’?”.

Il vecchio lo ringraziò, ma neanche lui voleva sedersi.

Infine andò dal gatto e chiese “Signor gatto, io sono l’uomo che non si è mai seduto in vita sua, ma non sono stanco. So che i gatti amano dormire sempre. Vuole acciambellarsi sulla sedia?”. Il gatto rispose “Miao” e si allontanò. Evidentemente la sedia non voleva neanche lui.

E così l’uomo si trovò davanti alle tre sedie e capì che erano giunto il momento che desiderava da tempo.

Non solo l’uomo avrebbe finalmente potuto sedersi, ma avrebbe anche potuto scegliere su quale delle tre sedie.

Ma era troppo indeciso per sceglierne una e così decise di chiedere alle sedie.

Interrogò per prima la sedia rossa e le chiese “Signora sedia rossa, io sono l’uomo che non si è mai seduto in vita sua, posso sedermi?”

La sedia rossa rispose “Gentile signore lei è troppo pesante per me, io sono una sedia malandata, sono vecchia e ho una gamba che mi fa male.”

L’uomo allora chiese alla seconda sedia, quella azzurra “Signora sedia azzurra, io sono l’uomo che non si è mai seduto in vita sua, posso accomodarmi un po’?“.

La sedia azzurra rispose “Gentile signore, lei è vestito di arancione e l’arancione, a mio parere, non sta bene con l’azzurro.”

Allora l’uomo chiese all’ultima sedia, quella gialla. “Signora sedia gialla, io sono l’uomo che non si è mai seduto in vita sua, posso sedermi? Mi piacerebbe tanto sedermi almeno per una volta.”

Ma la sedia gialla rispose di no. Senza dare nessuna spiegazione.

E così l’uomo, che non voleva fare torto a nessuno, salutò le tre sedie e continuò a camminare.

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FINE

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Voi avete scovato la morale?